La Violenza Nelle Scuole Americane: La Societa' Raccoglie il Frutto del Proprio Seme.
- Carmelo Ciro
- Feb 19, 2020
- 3 min read
Updated: Feb 21, 2020
Il seguente e’ la traduzione dall’inglese di un articolo che ho pubblicato sul Daily Journal anni fa:
Perche’ c’e’ tanta violenza nelle nostre scuole? Sebbene io, personalmente, non condoni nessuna forma di comportamento distruttivo, debbo ammettere di non essere sorpreso dalla violenza rampante che sta devastando le scuole in America. Ma cos’e’ che non va nelle nostre scuole? Perche’ i ragazzi sono cosi’ inclini a litigare ed uccidere? E’ proprio loro la colpa? Si’ e no.
Nell’osservare i bambini possiamo dedurre una lezione: essi imparano imitando i genitori, la famiglia, ed il nucleo di persone di cui sono circondate. Essi imparano da cio’ che vedono o ascoltano alla televisione, da cio’ che vedono o sentono dagli adulti, e dalle persone che ci rappresentano al governo; si’ il governo. E che modello per i nostri figli!
Io non sto parlando ne’ da italiano, ne’ da americano, ma da cittadino del mondo. E come tale, dico che il governo americano e’, ed e’ stato per decenni, uno dei piu’ bellicosi sulla faccia della Terra. Questo paese insegna ai nostri figli a mentire, ad essere aggressivi, a ripudiare e ad uccidere coloro che ‘possono’ essere una minaccia per noi. Un famoso americano dal nome di Robert Kennedy una volta disse:
“Noi con calma accettiamo notizie dai giornali di gente comune massacrata in terre lontane. Noi glorifichiamo chi ammazza nei film al cinema e alla televisione chiamandolo divertimento...la violenza crea violenza, repulsione apporta rappresaglia, e soltanto una pulizia della nostra intera societa’ puo’ rimuovere questa malattia dalle nostre anime. Dobbiamo ammettere a noi stessi che il futuro dei nostri figli non puo’ essere costruito dalle disgrazie degli altri. Dobbiamo riconoscere che la nostra breve vita non puo’ ne’ essere nobilitata ne’ essere arricchita dall’odio e dalla vendetta.” (On the Mindless Menace of Violence, Cleveland, Ohio, April 5, 1968.)
Non a caso, Robert Kennedy, che andava contro-corrente, e’ stato vittima della societa’ che voleva cambiare.
Quindi quando il nostro governo ci delude, quel che ci rimane e’ la famiglia; ma quando la famiglia non c’e’, dove vanno questi ragazzi per un po’ di comprensione, supporto e amore? La comunita? Le comunita’ son fatte di famiglie. Quando la famiglia si disintegra, la comunita’ si disintegra con essa. Cosa rimane ai nostri figli come guida? La televisione? Non direi proprio. Forse l’unica cosa che rimane per loro e’ la scuola. Si’ la scuola.
Per molti ragazzi la scuola e’ la loro comunita’; quella e’ la famiglia dove ricevono rispetto, amore, comprensione ed una istruzione. Per altri, la scuola e’ il luogo dove manifestare le loro frustrazioni e la loro rabbia contro una societa’ che li ingannati.
Una societa’ che predica liberta’e giustizia nel nome di Dio, che cerca di imporre la propria visione di “liberta” ad altri Paesi quando la vera liberta’ e giustizia e’ inesistente a casa propria. Una societa’ che puo’ permettersi il lusso di spendere miliardi di dollari per guerre in giro per il mondo ma incapace di creare lavori con paghe decenti per il lavoratore che non ha una qualifica; una societa’ incapace di garantire ai propri figli un’ istruzione gratuita alle universita’, e medicine accesibili agli anziani.
Di fronte a tutto cio’, i nostri figli si sentono confusi, soli, alienati, svuotati e arrabbiati. Le loro azioni o reazioni sono il risultato dei semi che sono stati impiantati in loro. Adesso ne stiamo raccogliendo i frutti.
Per finire, vorrei dire che in questi tempi di computers e videogiochi, in cui comprare delle armi e’ tanto facile quanto comprare un pacchetto di gomme da masticare, in questi tempi in cui vedere gente essere dilaniate dalle bombe in televisione e’ tanto divertente quanto guardare “Lassie”, in questi tempi in cui la competizione e’ il nuovo mantra ed essere i primi in tutto e’ il motto, anche a spese di gente innocente, in questi tempi, abbiamo perso la cosa piu’ preziosa: la nostra umanita’.
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